Ci vorrebbe una rivoluzione
Sono nera, indignata e pure umiliata.
Ogni cosa ha il suo rovescio della medaglia e proprio quando uno pensa di aver ottenuto qualcosa in piu rispetto a prima, realizza che in realtá gli é stato tolto qualcos’altro.
Parlo del lavoro e di come una persona ambisca tanto ad avere un contratto, specie di questi tempi schifosi e poi capisce cosa lo stesso includa: uno stato di sudditanza e schiavismo legalizzato, messo nero su bianco.
E io che credevo che con un contratto, almeno in malattia, si stesse meglio! Ma de che! Se uno sta male, deve comunque alzare il culo e andare dal medico a farsi fare un certificato che lo attesti.
Che cazz sto male a fare se devo comunque alzarmi dal letto, prepararmi e uscire?? Senza parole.
Non parliamo poi delle vacanze. Diciassette miseri giorni in un anno! Decisi con largo anticipo e questo sembrerebbe pure figo se non considerassimo un secondo dopo che finiti quelli, non c’e via di scampo. Se a uno gli muore la madre e le vacanze sono finite si attacca al tram.
Questa non é libertá. Questa non puó essere neppure lontanamente considerata tale.
Viviamo per lavorare e siamo cosí ottusi che pensiamo pure ne valga la pena.
Non si tratta piú di quel lavoro che nobilitava l’uomo, in cui gli equilibri erano rispettati. Siamo come in una catena di montaggio di Amazon. I ritmi accelerano, le richieste avanzano, il tuo tempo non vale nulla e a nessuno sembra importare. Tutti acconsentono a testa bassa, con la paura che dicendo “no”, si possa essere facilmente sostituiti da qualcuno che dica “si”.
Non abbiamo scelta, se non tentare di fermare la corsa e uscire dalla ruota, rischiando peró di fratturarci una gamba. O semplicemente crediamo di non avere scelta differente.
Quello che ci manca é il coraggio e non biasimo nessuno per questo. Io stessa non saprei da dove iniziare e la mia puó sembrare una lamentela senza capo né coda. Ma é pur sempre un inizio.
Io non ci sto! E giá averlo detto mi fa sentire meglio. Ora devo solo capire se posso farci qualcosa.
Certo é che da oggi guarderó con occhi diversi tutti quei derelitti per strada senza nulla, ma anche senza catene. Almeno loro sono liberi.
XX BabyI