Don’t make me sad, don’t make me cry
Come il testo di una delle mie canzoni preferite: “don’t make me sad, don’t make me cry” recita Lana Del Rey in “born to die”.
Fatto sta che la delusione è la mia arma di difesa più grande.
“Se mi deludi, cambio. Se mi deludi le cose non saranno mai più le stesse” e via di scorrendo.
Ci troviamo ancora nella fase intermedia, in cui studiamo l’altra persona e non ci siamo completamente abbandonati al sentimento che proviamo, fase del “se vedo che qualcosa non quadra, alzo i tacchi e me ne vado”.
La delusione è il parametro che applico per decidere se ne vale la pena oppure no.
È successiva all’ innamoramento e precedente all’amare e faccio dipendere tutto da questo.
Per quanto mi sia sempre imposta una certa rigidità al riguardo, spesso e volentieri ho concesso una seconda possibilità alla mia delusione e mai ne è valsa la pena. Chi ti delude una volta, molto probabilmente lo farà ancora, e ancora..
C’è però un problema.
Per quanto ritenga sia un valevole metro di giudizio, questo meccanismo potrebbe rivelarsi una trappola.
Se si è così focalizzati sul rischio di venire delusi è come se la delusione la si cercasse e se la si cerca arriverà di certo, frutto di qualcosa di costruito e non di reale. Potremmo inconsciamente usarla come escamotage per tirarci indietro quando le cose si fanno serie.
La scusa per dire: “mi ha già deluso, inutile continuare”.
Per quanto mi riguarda spero di riuscire a governarla con ragionevolezza.
Avendo superato la fase dell’innamoramento e trovandomi oramai nella fase successiva, diciamo che il problema dovrebbe essere prevalentemente risolto o quasi..
XX BabyI